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L’impatto della riabilitazione sulla Sclerosi Multipla

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L’impatto della riabilitazione sulla Sclerosi Multipla

La sclerosi multipla è caratterizzata da una reazione anomala nella quale alcune cellule del sistema immunitario danneggiano la guaina mielinica dei neuroni, responsabile della trasmissione dell’impulso nervoso.

La Sclerosi Multipla è una malattia neurodegenerativa demielinizzante che colpisce circa 1800/2000 soggetti all’anno; si stima che il numero delle persone con questa diagnosi in Italia sia fra le 68.000 e i 75000.

In cosa consiste questa malattia?
La sclerosi multipla è caratterizzata da una reazione anomala nella quale alcune cellule del sistema immunitario danneggiano la guaina mielinica dei neuroni, responsabile della trasmissione dell’impulso nervoso. Questo danno fa si che alcune funzioni elaborate da queste connessioni vengano alterate.

Di solito la diagnosi si definisce fra i 20 e i 30 anni anche se la sintomatologia può comparire negli anni precedenti. Può colpire entrambi i sessi anche se il numero di soggetti di sesso femminile ha una frequenza tre volte maggiore rispetto ai soggetti maschili.

La Sclerosi multipla è una patologia la cui causa è ancora oggetto di studio, ma ad oggi l’ipotesi più solida fa riferimento alla caratteristica multifattoriale della patologia, cioè che per palesarsi necessiti di componenti genetiche, l’ambiente predisponenti, alcuni agenti infettivi e altri fattori ancora non ancora studiati in maniera approfondita.

Come si manifesta?
I sintomi più comuni della Sclerosi Multipla sono:

  • Fatica: mancanza di energia fisica o mentale e sensazione di essere “esausti” più di quanto è normale attendersi in rapporto all’attività svolta
  • Spasticità: pesantezza o rigidità muscolare, a volte si manifesta come spasmi muscolari che rendono difficili i movimenti.
  • Disturbi della coordinazione: alterata fluidità dei movimenti a livello sia degli arti e del tronco. Compaiono come disturbi dell’equilibrio, instabilità della marcia, tremore, vertigini.
  • Disturbi delle sensibilità: calo delle sensibilità o sensazioni alterate o dolorose, ridotta sensibilità al tatto, al caldo e al freddo, al dolore, disturbi visivi.
  • Disturbi del linguaggio: debolezza e mancanza di coordinazione della lingua e della muscolatura orale e facciale coinvolta nella produzione di suoni e parole. I disordini dell’articolazione della parola sono conosciuti come disartrie.
  • Disturbi intestinali/vescicali: Stitichezza o difficoltà a trattenere gas o feci; urgenza minzionale, incontinenza urinaria oppure ritenzione urinaria.
  • Disturbi cognitivi: disturbi dell’attenzione o della memoria, difficoltà a mantenere la concentrazione, problemi ad effettuare calcoli o pianificare attività complesse, a svolgere più cose contemporaneamente, spesso viene descritta con la sensazione di avere la mente annebbiata, confusa.
  • Disturbi sessuali: negli uomini si presentano come problemi erettili, eiaculazione anticipata o assente. Nelle donne sono problemi di perdita di sensibilità della regione genitale, difficoltà a raggiungere l’orgasmo.
  • Depressione: sensazione costante di tristezza, mancanza di interessi, difficoltà a trovare forze, piacere o volontà a svolgere attività, tendenza all’isolamento. Risulta più frequente nella SM rispetto a chi non ha la diagnosi o altre malattie croniche.

Come si interviene?
Il paziente deve essere seguito dallo specialista sia per la prescrizione della terapia farmacologica sia per monitorare l’impatto della patologia sul singolo paziente.

Nelle prime fasi della patologia è utile mantenere uno stile di vita attivo e il regolare svolgimento di attività fisica (facendo attenzione alla fatica percepita), mentre dalle fasi intermedie la figura del fisioterapista diventa cruciale nel mantenere e/o migliorare le funzioni motorie.

L'intervento del fisioterapista ha come obiettivo quindi, mantenere il più a lungo possibile una buona qualità della vita e l'autonomia nelle attività della vita quotidiana.

Il programma riabilitativo deve essere “cucito su misura” e deve tener conto delle difficoltà che il paziente incontra durante la giornata, le proposte devono essere adeguate allo stadio di avanzamento della malattia e allo stile di vita.

Vengono proposti esercizi per il contrasto della spasticità, per una corretta gestione della fatica, per migliorare l’equilibrio in condizioni statiche e dinamiche, oltre al miglioramento dello schema del passo attraverso rinforzo muscolare specifico con conseguente riduzione del rischio di caduta.

Inoltre, in base allo stadio di progressione, si valuteranno ausili e ortesi utili al raggiungimento dell’obiettivo.