“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il tuo cibo.”

Così Ippocrate, il padre della medicina, circa 2500 anni fa sintetizzava il suo pensiero sulla relazione tra ciò che mangiamo e la nostra salute.

Ad avvalorare questo aforisma sono intervenuti gli studi e i progressi compiuti dalla scienza, in particolare della Biologia Molecolare negli ultimi cinquant’anni, che hanno permesso di comprendere i meccanismi profondi con cui i principi attivi contenuti negli alimenti intervengono sul benessere fisico e psichico.

Il cibo pertanto diventa strumento di prevenzione primaria di moltissime malattie ed efficace terapia complementare nel trattamento di un ampio ventaglio di patologie.

Esistono, di fatto, delle generali norme che chi è affetto da linfedema dovrebbe seguire il più possibile, ma resta di primaria e fondamentale importanza la valutazione individuale e l’anamnesi della persona, nonché le specifiche abitudini e preferenze alimentari, al fine di adeguare al meglio il piano dietoterapico.

Sul fatto che esista una connessione tra sovrappeso e linfedema, ci sono pochi dubbi; l’accumulo di massa grassa rende, infatti, più difficoltosa l’attività del sistema linfatico.

Per questo motivo, un soggetto con questa patologia o a rischio dovrebbe condurre uno stile di vita sano, facendo esercizio fisico e seguendo una dieta equilibrata e senza eccessi che consenta di bilanciare i nutrienti e di mantenere il peso sotto controllo.

Queste indicazioni nutrizionali hanno lo scopo di ridurre lo stato infiammatorio cronico, mantenendo un peso corporeo equilibrato, ma allo stesso tempo alti livelli di energia, mediante l’esclusione o la limitazione di alimenti ad azione proinfiammatoria e l’inserimento, viceversa, di alimenti che contrastino l’infiammazione.

Tra gli alimenti da evitare troviamo in primo luogo gli zuccheri, i dolcificanti artificiali e tutti gli alimenti che ne contengono, i condimenti dolci (salse, sciroppi), i succhi di frutta. Questi alimenti sono responsabili di un aumento repentino di glicemia e insulina, che possono favorire resistenza insulinica, a sua volta legata all’innescarsi di un processo infiammatorio che potrebbe a sua volta facilitare la crescita propositata del grasso lipedematoso.

Un’alimentazione ricca di zuccheri favorisce la disbiosi intestinale, spesso presente in chi soffre di linfedema.

L’ assunzione giornaliera di alimenti ricchi in fibre (cerali integrali, legumi, verdura e frutta) aiuta a regolarizzare la funzione intestinale, migliorandone peristalsi, consistenza delle feci e processi infiammatori. Le fibre inoltre rallentano l’assorbimento di zuccheri e di grassi, contribuendo al controllo della glicemia e del colesterolo nel sangue. Vanno dunque evitati i cibi ad alto indice glicemico e privilegiati quelli a basso indice glicemico.

Tra gli alimenti che promuovono un quadro infiammatorio sistemico rientrano inoltre i farinacei raffinati, dolci e salati.

Si consiglia di ridurre il consumo di latte e derivati e grassi animali e di alimenti contenenti sale e glutine. Cibi che andrebbero evitati nell’alimentazione per linfedema troviamo poi quelli contenti fitoestrogeni: in primo luogo soia e derivati.

Il condimento per i vari cibi deve essere esclusivamente olio extravergine di oliva (EVO), preferibilmente aggiunto a freddo. Escludere gli alimenti che contengono burro, margarina, olio vegetale non specificato e olio di palma.

Tra le proteine sono da preferire quelle vegetali (legumi) a quelle di origine animale. Scegliere carni di animali non provenienti da allevamenti intensivi, ma alimentati a erba e in pascoli all’aperto; uova di origine biologica, pesci non d’allevamento che siano ricchi di omega-3 (salmone selvaggio, sgombro, aringa, acciuga, pesce azzurro).

Si consiglia di non consumare cibi con grandi quantità di sodio, il quale favorisce la ritenzione idrica; sarebbero, quindi, da evitare cibi in scatola, la carne insaporita (speck, pancetta, prosciutti speziati), sottaceti, ketchup e salse in genere.

Si consiglia di bere molta acqua al giorno (naturale o gasata), anche sotto forma di tisane, thè verde. Non bere succhi di frutta, bibite gassate e alcolici.

Non fumare e non consentire che si fumi in casa propria e nell’ambiente di lavoro: negli ultimi anni si sono moltiplicati i dati sulla nocività anche del fumo passivo.

Indirizzarsi verso scelte alimentari corrette e fare di una sana alimentazione uno stile di vita è il primo passo non solo verso la prevenzione e il miglioramento della nostra salute.

Vorrei infine aggiungere un mio personale pensiero: noi siamo uomini di potere! Abbiamo il potere di rinunciare ai consumi inutili, di renderci consapevoli dei cibi che fanno male, di non pensare che siano gli altri a dover fare qualcosa, di cominciare da noi. Abbiamo il potere di scegliere e mangiare cibo semplice e salutare, di ridurre il rischio di ammalarci: nessuno ce ne può privare, è un diritto accessibile a tutti.


Dott.ssa Cristina Bettegazzi
Biologa Nutrizionista
Team Centro Linfedema Istituti Salus Vercelli e Cigliano