azione-del-calciatore-sullo-stadio_bassa.jpg

Lesione e ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA)

Vercelli  –  Cigliano

Lesione e ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA)

L'intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore (LCA) è uno dei più frequenti tra gli atleti, soprattutto tra coloro che praticano sport di contatto, di rapidità e dove sono previsti cambi di direzione veloci ed intensi.

Il legamento crociato anteriore (LCA), che si trova all'interno dell’articolazione del ginocchio, è deputato alla stabilità della stessa, proteggendola nei movimenti torsionali, sia durante le attività sportive, durante le quali è più frequente lesionarlo, e sia semplicemente in quelle quotidiane. 

Quando il legamento crociato anteriore viene lesionato, solitamente a causa di un movimento innaturale o un trauma, può essere necessario intervenire chirurgicamente per ricostruirlo.

Le lesioni del legamento crociato anteriore vengono divise in 3 gradi:

  • Lesione di 1° grado: è uno sfilacciamento del legamento o un suo semplice stiramento. Nella maggior parte dei casi questo tipo di lesione non va a intaccare la fisiologica stabilità dell’articolazione;
  • Lesione di 2° grado: è una rottura parziale del legamento, in cui è avvenuto un vero e proprio strappo delle fibre che compongono il legamento. Questo tipo di infortunio può essere ulteriormente suddiviso in base alla quantità di fibre lesionate.
  • Lesione di 3° grado: rottura completa del LCA. In questo grado è sempre presente l’instabilità dell’articolazione.

La ricostruzione in sede chirurgica avviene attraverso diverse tecniche, solitamente tramite il prelievo autogeno di una piccola porzione tendinea (gracile-semitendinoso) dei muscoli ischiocrurali, ovvero i muscoli posteriori della coscia, e il posizionamento di questa nelle sedi inserzionali del vecchio legamento.

La riabilitazione post intervento di ricostruzione del LCA è fondamentale per il successo dell'operazione e per il ritorno alle attività quotidiane e sportive.

In genere, la riabilitazione dura dai sei ai nove mesi, ovvero il tempo necessario alla legamentizzazione della nuova porzione inserita e suturata e richiede impegno costante da parte del paziente.

La prima fase della riabilitazione è quella dell'immediato post-operatorio: in questa, il paziente deve evitare di caricare il peso sulla gamba operata. Il terapista inizia a lavorare sulla flesso-estensione del ginocchio, utilizzando esercizi passivi di contrazione isometrica e poi attivi, prevalentemente in scarico, per mantenerne la mobilità articolare, compatibilmente alle condizioni del paziente.

La seconda fase della riabilirazione è quella della ricostruzione muscolare, durante la quale il paziente inizia a lavorare sul tono e sulla forza muscolare della gamba operata, utilizzando esercizi specifici per i muscoli dell’arto inferiore. Inoltre, il terapista introduce degli esercizi di gestione dell’equilibrio, i cosiddetti esercizi di propriocezione, utili al miglioramento della stabilità fine e del controllo dell’articolazione stessa e nella sua gestione in occasione di eventuali episodi di instabilità.

La terza fase della riabilitazione è quella del progressivo ritorno alle attività quotidiane e sportive. Il paziente dunque inizia a lavorare sul recupero della “gestualità tecnica e sportiva” mirata, utilizzando esercizi specifici per lo sport praticato. Inoltre, il terapista introduce tecniche di prevenzione degli infortuni per evitare la possibilità di recidiva alla lesione o infortunio.

È importante seguire attentamente il programma di riabilitazione, non saltare alcuna fase e soprattutto non “bruciare” i tempi di riabilitazione, rispettando i tempi fisiologici utili ad un recupero completo e funzionale.

Federico Baucero
Chinesiologo